Dopo anni di discussioni, sembra finalmente arrivato il momento tanto atteso per gli appassionati di moto e scooter: i veicoli con cilindrata 125cc potranno circolare su autostrade e tangenziali in Italia. Una svolta che segna un cambiamento importante nel Codice della Strada, permettendo a questi veicoli di accedere alle strade a scorrimento veloce, finora riservate a cilindrate superiori.
La normativa attuale e le modifiche in arrivo
In Italia, fino ad oggi, il Codice della Strada ha vietato l’accesso di scooter e moto 125cc su autostrade e tangenziali, limitandolo ai veicoli con cilindrata superiore a 150cc, come stabilito dall’articolo 175 comma 2. Tuttavia, questa regola sta per essere aggiornata. La modifica della normativa è già stata approvata alla Camera e attende solo l’ok definitivo del Senato. La riforma si allinea a quanto già previsto dalle direttive europee, che consentono da tempo l’uso di questi veicoli sulle strade a scorrimento veloce in altri paesi dell’Unione Europea.
Ad oggi, chi viola la normativa rischia multe comprese tra i 42 e i 173 euro, oltre alla perdita di due punti sulla patente. Tuttavia, con la nuova riforma, chi ha compiuto 18 anni e possiede una patente A1 o A2 da almeno due anni, oppure una patente A, B o superiore, potrà circolare liberamente su autostrade e tangenziali con un 125cc.
Le ragioni tecniche dietro la riforma
Il motivo principale di questa revisione è legato al fatto che, tecnicamente, le differenze tra moto e scooter 125cc e 150cc sono minime. La carrozzeria, il telaio, le sospensioni e i freni sono praticamente equivalenti, e anche le prestazioni non differiscono in modo significativo. Per questo motivo, il divieto di circolazione per i 125cc è apparso, nel corso del tempo, sempre meno giustificato.
L’apertura delle autostrade a questi veicoli potrebbe portare anche a cambiamenti nelle abitudini dei consumatori. I motociclisti, infatti, potrebbero preferire l’acquisto di un 125cc, che permette di risparmiare rispetto a un 150cc senza dover rinunciare all’accesso alle strade a scorrimento veloce.
Il mercato delle immatricolazioni e l’impatto economico
La questione non è solo tecnica, ma anche economica. Il settore delle moto e degli scooter potrebbe subire delle trasformazioni significative. Nel primo trimestre del 2024, le immatricolazioni di scooter e moto superiori a 125cc sono cresciute del 19%, con quasi 7.000 unità vendute. Nello stesso periodo, sono stati immatricolati oltre 16.000 veicoli fino a 125cc, con un incremento del 15% rispetto al 2023. L’apertura delle autostrade ai 125cc potrebbe influire ulteriormente su queste dinamiche, rendendo i 150cc meno competitivi e meno attraenti per i consumatori.
Un altro fattore importante è che, per guidare un veicolo 150cc, è necessaria una patente A2, mentre per i 125cc basta la patente B, quella utilizzata comunemente per le automobili, a patto che il veicolo non superi gli 11 kW o i 15 cavalli di potenza.
Il supporto dell’industria motociclistica
Paolo Magrì, presidente di Confindustria ANCMA (Associazione Nazionale Ciclo Motociclo e Accessori), è uno dei principali sostenitori di questa riforma. Secondo Magrì, non solo l’Italia finalmente si allineerebbe alle normative europee, ma questa novità rappresenterebbe anche una grande opportunità per l’industria motociclistica e per gli utenti delle due ruote. La speranza è che il Senato dia il via libera entro giugno 2024, aprendo così una nuova era per i motociclisti italiani, con un aumento dell’uso di moto e scooter anche per la mobilità su lunghe distanze.
In conclusione, la riforma promette di avvicinare l’Italia agli standard europei e di offrire nuove possibilità agli appassionati di due ruote